Si sono ritrovati dopo 43 anni grazie a internet e a un messaggio su Facebook Messenger, il fotografo Toni Thorimbert e “La Ragazzina” protagonista della sua fotografia
Molti sostengono che internet ci abbia allontanato gli uni dagli altri ma la storia di Toni Thorimbert e Giovannina Serafini dimostra il contrario.
Tutto ha inizio nel maggio del 1974 alla Palazzina Liberty di Milano dove una folla festante sta celebrando la vittoria del “No” al referendum sull’abrogazione della legge sul divorzio.
Quel giorno Toni Thorimbert, fotografo ufficiale di Lotta Continua, immortala Giovannina tra la folla: una ragazza di 18 anni intenta ad arrampicarsi sulle spalle di un ragazzo, il pugno chiuso verso il cielo, l’espressione trionfante.
Thorimbert congela quell’istante in una serie di scatti ma non sa nulla di quella che lui ha sempre chiamato “La Ragazzina”, nemmeno il suo nome.
Anche per Giovannina il nome del fotografo resta un’incognita, almeno fino al settembre del 2017.
«Mi ha visto in televisione mentre parlavo di questa foto e con i social è stato facile contattarmi», spiega Toni Thorimbert.
“Salve, ho visto una sua intervista dove mostrava come sua una fotografia che mi ritraeva”, così inizia il messaggio che Giovannina invia a Toni su Facebook Messenger.
La donna, oggi sessantenne, è molto legata a quello scatto che l’ha accompagnata per tutta la sua vita.
«Questa fotografia non raccontava solo la mia storia ma rappresentava per molta gente quell’ideale degli anni Settanta.»
L’immagine, infatti, pubblicata dapprima sul quotidiano Lotta Continua e poi utilizzata sulla copertina di D’altri tempi, diventa ben presto una delle immagini-simbolo di una stagione ribelle.
Dopo un primo contatto digitale, Toni e Giovannina si incontrano di persona, esperienza emozionante per entrambi.
«Questo è il potere dei social e della connessione» rivela Toni, «perché nel momento in cui Giovannina ha finalmente saputo il nome del fotografo, in poche ore eravamo già in contatto.»
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