“Digitalife, un mosaico di vita”

Il regista Francesco Raganato racconta come è nato il docufilm a Varese il 23 gennaio, prodotto da Varesenews con Rai Cinema


Il regista Francesco Raganato insieme a due dei protagonisti del film

«Digitalife è un film fatto di storie. Ne sono arrivate tantissime in redazione, molte degne di finire in un film. È stato il film stesso poi a prendere il sopravvento, così la scelta è caduta sempre più su quelle storie dove si affacciava potentemente la vita. Perché è di questo che parla Digitalife». Sono le parole con con cui il regista Francesco Raganato (nella foto: a sinistra) commenta il processo creativo, ed organizzativo, che ha portato al creazione del docufilm prodotto da Varesenews con Rai Cinema e Fondazione Ente dello Spettacolo. L’opera sarà presentata a Varese il 23 gennaio, al cinema Impero (qui le prevendite) e chi si presenta in cassa a nome di Varesenews avrà il biglietto a prezzo ridotto.

Digitalife racconta come Internet e il digitale hanno cambiato la nostra vita e lo fa con 50 storie inviate da cittadini di tutto il mondo, selezionate tra centinaia di contributi video. «È stata una sfida contro il linguaggio convenzionale del documentario, contro i processi produttivi canonici, contro il classico storytelling – prosegue il regista -. È stato un salto nel vuoto e poi un risalire. È un film corale, lo era nelle intenzioni e lo è stato nella realizzazione. È un mosaico di vita, un racconto a più voci, alcune consonanti, altre divergenti, alcune sicure, altre incerte. Tutte sincere».

Tour nazionale nei cinema per il film Digitalife

«Sono storie che raccontano della Vita che ormai è cambiata, della Vita che deve fare i conti con qualcosa che prima non c’era e che da ora in poi ci sarà per sempre, il Digitale appunto – continua Raganato -. In questo cambiamento ci siamo finiti tutti noi, nostro malgrado, e da esseri resilienti quali siamo ci stiamo pian piano adattando. C’è chi ci riesce e chi meno, ma ognuno di noi deve ormai confrontarsi con questa nuova sfumatura dell’esistenza. C’è chi scappa dal digitale e ritorna a coltivare la terra, ma c’è anche chi, proprio grazie al digitale, sceglie di cominciare a coltivare la terra. C’è chi trova nel digitale lo stimolo per reagire alle malattie, per esorcizzare la morte e la mancanza degli affetti. C’è chi ci prova e non ce la fa, c’è chi ci prova e ci riesce».

«In mezzo a questo mare di tentativi, opportunità, idee, vicende familiari, sentimentali e di salute ci siamo noi, ci siamo dentro fino al collo e stiamo imparando a nuotare, ancora goffi ed imperfetti come le immagini che compongono il film – conclude il regista -. Quello che emerge in Digitalife è la voglia di raccontarsi, perché se è vero che il Digitale ci permette una connessione più facile, è pur vero che questa connessione per essere tale e rimanere salda nel tempo ha bisogno di essere alimentata. Altrimenti siamo solo un numeretto rosso sull’icona delle notifiche. Digitalife è un film collettivo nel senso più inclusivo del termine, un film che è quasi germinato spontaneamente, con i suoi tempi e le sue modalità. Doveva essere un film sul Digitale e invece è un film sulla Vita».

2019-01-11T15:27:36+00:00