Il regista
Francesco G. Raganato è stato scelto tramite un bando che ha visto la partecipazione di 230 candidati alla guida del film. Ha 39 anni, vive a Milano ed è un regista e autore di documentari e programmi televisivi.
«La notizia della vittoria del bando “DigitaLife” è arrivata inaspettata e graditissima in un assolato e silenzioso pomeriggio siculo. E non poteva che avvenire grazie a internet, via Skype: due persone, una seduta in un ufficio a Varese, l’altra sotto un ulivo nella Val di Noto, unite da un filo invisibile – racconta il regista -. Ho subito intravisto le potenzialità di questo progetto dalle poche linee guida che mi erano state fornite: come siamo cambiati negli ultimi vent’anni grazie a internet. Subito nella mia memoria si sono aperti dei file emotivi che avevo accantonato: il gracchiare affannato di un modem a 56k, la prima mail ricevuta, l’attesa spasmodica del caricamento delle pagine web, la fila in biblioteca all’università per poter usare i pochi computer e soprattutto quel senso di vertigine che si prova nel navigare in acque virtuali infinite. Sono tutti ricordi intimi, ma straordinariamente condivisi. Tutti noi, chi prima chi dopo, abbiamo provato queste stesse emozioni. Ma al contempo mi sono chiesto: quanto internet ha cambiato la mia vita? È una domanda ovvia ma la risposta non è scontata. E non penso a qualcosa di tecnico, ma di affettivo. Si sono davvero accorciate le distanze tra me e gli altri? O ci siamo allontanati? La presenza virtuale è una vera presenza? La facilità di accesso alle informazioni, alle milioni di opinioni, mi ha reso una persona più consapevole? È proprio la capacità di coniugare l’intimo e l’universale che mi affascina del progetto “DigitaLife”. I presupposti per fare un grande film ci sono tutti, il tema è fortissimo e questo progetto è un’opportunità per fermarci a riflettere su cosa siamo diventati e su quanto e come ancora cambieremo».
Nonostante la giovane età, ha una ricca storia artistica. Ha diretto diversi documentari per il programma “La storia siamo noi” di Giovanni Minoli su Rai2, realizzando poi prodotti anche per La7 e History Channel. Parallelamente alla TV lavora ad alcuni film-documentari, creati apposta per il cinema e l’on-demand. “L’Isola Analogica”, su alcune vicende legate al consumo accidentale di LSD nella piccola isola di Alicudi nelle Eolie, vince il Gran Premio del Mediterraneo/Prix Italia, festival a cui partecipano le maggiori emittenti televisive europee. Dopo qualche anno esce al cinema e poi in dvd per Feltrinelli Real, “Tsunami tour”, l’unico documentario che racconta la prima campagna elettorale di Grillo. Con “Looking For Kadija”, mette in scena un picaresco viaggio in una sconosciuta Eritrea, riuscendo a raccogliere numerose testimonianze sulle condizioni di vita nella ex-colonia italiana. Questo documentario, prodotto da RAI Cinema, vince il primo premio al Festival del Cinema di Roma nel 2013. Tra i suoi ultimi lavori c’è la serie “Islam Italia”, ideata e condotta da Gad Lerner per Rai3, attualmente candidata al Prix Italia.