Isabel Colombo, da dipendente a imprenditrice di se stessa

smart working

Oggi facciamo quattro chiacchiere con Isabel Colombo, una giovane imprenditrice nel settore della comunicazione online e offline.
Isabel e la sua attività sono uno dei tanti esempi di come, grazie all’enorme potenzialità del web, si possa iniziare la bella e moderna avventura dello  smart working o lavoro agile. 

Di cosa ti occupi in questo momento e da quanto tempo?
Sono una consulente di comunicazione “dal Cuore”; mi sono data questo nome perché​ nella mia attività mi concentro moltissimo sull’aspetto umano ed emozionale della professione di una persona. Mi rivolgo infatti a liberi professionisti e piccoli imprenditori, che normalmente investono gran parte di sé, come persone, nella propria attività. Lo faccio da circa 2 anni e mezzo, ma la mia attività in proprio è nata nel 2011, come organizzazione di eventi. Da lì mi sono piano piano spostata sul lato comunicazione, fino a quest’evoluzione (che non è ancora finita!) più umanistica.

Come mai hai scelto di iniziare questa bella avventura in solitario?
Vuoi la verità? Non l’ho esattamente scelta… diciamo che è stato un passaggio naturale! Prima ho lavorato per circa 5 anni in agenzie di eventi a Milano, come dipendente. Era da un po’ di tempo che qualcosa non andava, mi sentivo stretta in una realtà che non potevo controllare e mi sembrava di non avere più una vita privata, dato l’impegno fisico e di tempo che veniva richiesto… senza peraltro un ritorno economico che potesse giustificare il tipo di lavoro.​

Una sera, davanti alla tv, mi sono messa a disegnare degli scarabocchi… sai quelli che si fanno mentre sei al telefono e ti stai annoiando? Ecco, solo che da quello “scarabocchio” è nato il mio primo logo…io che non posso dire di saper disegnare! Ma era perfetto: mi rappresentava appieno e sentivo che poteva significare l’inizio di una nuova avventura.

Da lì mi sono fatta aiutare da un’amica grafica a creare la mia immagine coordinata e mettere in piedi il mio primo blog e qualche mese dopo, complice il fatto che ormai la situazione in ufficio era ingestibile, mi sono licenziata. Ho semplicemente seguito il mio intuito e i segnali disseminati lungo la strada.

In che modo internet e le nuove tecnologie ti hanno aiutato a raggiungere l’obiettivo?
Internet è il mio strumento di lavoro. Non potrei farne a meno. Inizialmente mi serviva a scopo di ricerca e di contatto con i diversi fornitori: ricordo i primi mesi di lavoro da autonoma, in cui, dovendo selezionare una rosa di fornitori con cui iniziare delle partnership, usavo quasi tutto il tempo a disposizione per girare siti web, fare ricerca, scrivere mail e prendere appuntamenti.

Avevo bisogno di conoscere e farmi conoscere. Poi è arrivata la fase “social”: ho scoperto
Facebook e LinkedIn e da lì è iniziato il nuovo capitolo “comunicativo” della mia attività.

Ho compreso che il web marketing andava sempre di più in quella direzione e ho fatto dei corsi di specializzazione sull’uso dei social, che mi hanno appassionata per le potenzialità di contatto e interazione con altre persone. Le aziende non potevano ignorare questo aspetto!​

Oggi Internet è importante perché mi permette di dire la mia. Mi permette di esprimermi, attraverso il mio blog, i miei post, quello che scrivo o pubblico (video inclusi..), in maniera più o meno estemporanea.

Insegno ai miei clienti a trovare la propria voce ed esprimersi attraverso la loro attività e trovo che Internet sia un canale meraviglioso in tal senso, se si ha la pazienza di usarlo nel modo giusto.

Il futuro è sempre più connesso, e tu? Come evolverà la tua attività online?
Piccolo spoiler: sto quasi per pubblicare il mio nuovo sito internet, dove ci sarà una sezione e-shop. Sarà quindi possibile acquistare i miei pacchetti consulenza direttamente dal sito, così come diversi corsi online che sto preparando. Quindi la mia attività online si dirige verso l’automatizzazi​one. In questo modo potrò liberare più tempo per nuovi progetti o per seguire ancora meglio i miei clienti. Non amo i grandi numeri, preferisco seguire pochi clienti in maniera certosina, che tanti in maniera approssimativa.

A cosa pensi se ti dico “vita digitale”?
Uhm…devo essere sincera, la sensazione è ambigua. Da un lato, penso alle migliorie e alle innovazioni che il mondo digitale ci ha portato e continuerà a portare nei prossimi anni. Penso che ormai la vita sia digitale per tutti, anche per quelli che non sanno come accendere un computer. Chi non ha uno smartphone o non ha Sky o Netflix?​ (Ok, io non ho nessuno dei due in questo momento, ma lavoro tutto il giorno sul PC, almeno alla sera fatemi diventare analogica)​.

Dall’altra, la sensazione che mi dà è di allontanarsi dall’aspetto corporeo della realtà. Cioé, di far vivere le persone esclusivamente nel mentale, anziché nel fisico. Sono due livelli di realtà diversi, non credo che uno sia meglio dell’altro.

isabel colombo smart working

Che ruolo ha il digitale nella tua vita privata?
Se penso allo smartphone, direi molto importante…. anche troppo. Ammetto che il fatto di poter essere sempre connesso con il mondo spesso fa perdere il contatto con la realtà più quotidiana.

Credo sia solo questione di una buona disciplina, o quanto meno di capire il vero motivo per cui stai attaccato tutto il tempo a un cellulare.

Quando sono fuori con gli amici, per esempio, non mi viene quasi in mente di avere un cellulare, perché mi basta essere lì, in quel momento con loro.

Uso lo smartphone per avere relazioni con gli altri e non mi interessa usarlo, se gli altri sono lì con me in carne e ossa….. non so se mi spiego.

Altri invece ci stanno attaccati anche se sono a cena fuori con altre persone e lì credo che ci sia qualcosa di più profondo per cui non riescono a staccare o hanno continuamente bisogno di fare il check dei like, ma qua entriamo nel psicologico, lungi da me (anche se mi piace tantissimo)!

Il digitale ha certamente cambiato la nostra vita e continua a farlo. In meglio o in peggio secondo te?
Un po’ come detto prima, ogni cosa possiede “un lato oscuro”.
Se usato bene, qualsiasi strumento può essere positivo; se usato senza consapevolezza, tutto può diventare nocivo.

Però non sono d’accordo con chi sostiene che Internet o il cellulare abbiano rovinato le relazioni sociali. Semmai il contrario!

Io sono una persona introversa e se non ci fosse stato il telefonino, da adolescente, avrei avuto serie difficoltà a relazionarmi con gli altri, data la mia timidezza e la mia propensione a comunicare con la scrittura.

Poi ovvio, la consapevolezza ti porta a usare uno strumento come un mezzo e non come un fine…. ecco, credo che i problemi nascano proprio quando non distinguiamo le due cose: qualcosa che è solo un ponte viene scambiato per la meta, e così ci si ritrova tutti a guardare giù e specchiarsi nell’acqua​, anziché procedere e arrivare sull’altra riva. Rende l’idea?

Pensa a due oggetti tecnologici in cui più ti identifichi, uno antico e uno moderno. Su quali ricadrebbe la tua scelta e perché?
Uhm…penserei alla macchina da scrivere per quello antico e allo smartphone per quello moderno. La macchina da scrivere ha il suo fascino: in terza elementare usavo quella di mia mamma, rigorosamente anni ’60, per scrivere favole e storie. Bei ricordi. Mi sentivo fiera della mia creazione.

Forse la macchina da scrivere mi dava più il senso di creazione, di vedere un’idea trasformata in qualcosa di fisico.

Lo smartphone, d’altro canto, colma il mio bisogno di contatto, relazione e scoperta.
Quindi ahimè, ardua scelta!
2017-07-19T11:12:58+00:00